SONO MAMMA DA POCO: PERCHÉ NON SONO FELICE COME DOVREI?

“Diventare genitore è un’esperienza che ti completa, che ti arricchisce, mi dicevano… allora se non provo questi sentimenti significa che sono un cattivo genitore?” E’ quello che mi chiede Lisa, con la voce incrinata dall’emozione e mamma di Leonardo di 3 mesi.

“Ogni volta che mia figlia piange senza sosta, crollo, inizio a piangere anche io e non so più che fare!” Queste sono le parole di Marina, mamma di Lucia di 3 settimane.

Questi pensieri insieme ad altri segnali, potrebbero essere la spia di un malessere che colpisce frequentemente le neomamme: la depressione post parto, che si presenta spesso nella sue forme lievi e transitorie.

Baby blues, depressione post parto, e psicosi post parto sono sfumature all’interno di uno stesso gradiente di malessere che può manifestarsi nel momento in cui si assume il nuovo ruolo di genitore: espressione di un disagio emotivo, che ha però diverse modalità di esternarsi, per gravità e tempi. Alcuni dati parlano di un’incidenza del 15% per la depressione post parto, arrivando fino al 50-60% per la baby blues.

La Baby blues è una condizione di “malinconia” abbastanza comune e transitoria attribuita alle stanchezza della gravidanza e al carico psicologico e concreto che deriva dal prendersi cura di un neonato, almeno inizialmente.

La psicosi post parto è una condizione grave e rara nella quale si manifesta una grave situazione di sofferenza mentale che conduce a una marcata alterazione della personalità, comprese allucinazioni e compromissione della vita di relazione.

Una condizione intermedia è la depressione post parto nel corso della quale per almeno una settimana sono presenti grande stanchezza, malinconia, crisi di pianto, ansia, sbalzi d’umore, senso di impotenza, di indegnità, confusione, mal di testa e disturbi dell’alimentazione e del sonno, perdita del desiderio sessuale.

L’umore oltre a essere caratterizzato dall’angoscia e tristezza, si accompagna a sensi di colpa infondati e a volte a fantasie di morte.

Molti sono i fattori che contribuiscono all’insorgenza di tali quadri depressivi, non solo di tipo psicologico. Nei giorni seguenti al parto l’organismo subisce una sorta di sconvolgimento caratterizzato da una brusca diminuzione degli ormoni (progesterone, estrogeni, cortisolo, prolattina e tiroidei) molto aumentati nel corso della gravidanza, tali variazioni fisiologiche nella maggior parte delle neomamme, possono essere invece troppo rapide per alcune di esse, producendo forti sbalzi d’umore (come può accadere nella sindrome premestruale).

Situazioni sociali sfavorevoli, economiche, lavorative, o nei rapporti interfamiliari, possono avere un peso nell’insorgenza dei quadri depressivi.

Un fattore determinante nel favorire la depressione post parto è la qualità del rapporto con il proprio partner, la sua assenza o poca disponibilità all’empatia e al sostegno nell’affrontare la gravidanza e il periodo successivo al parto, sono elementi di rischio per la neomamma.

Voglio guarire, dunque posso!

Si possono fare molte cose per stare di nuovo bene, infatti dalla depressione post parto si può guarire!

Adesso che so cosa mi fa soffrire posso agire per ritrovare il mio benessere, così posso finalmente anch’io vivere l’esperienza della maternità con serenità e gioia:

  • ridefinendo le priorità e le aspettative,
  • rispondendo alla mia stanchezza,
  • accogliendo e comprendendo le mie emozioni,
  • ripensando al mio nuovo ruolo di madre e al mio bambino.

Inizia a prenderti cura del tuo malessere leggendo l’articolo: “ Guarisco dalla depressione post parto: cosa faccio per stare meglio con me stessa! “

Guarisco dalla depressione post parto: cosa faccio per stare meglio con me stessa

Finalmente ho dato un nome al mio disagio interiore (vedi articolo : “Sono mamma da poco: perché non sono felice come dovrei?”) : è la depressione posta parto che mi rende molto stanca, che mi fa scoppiare in pianti imprevedibili, che mi crea ansia e inquietudine, non mi fa sentire capace, disturba il mio sonno e mi rende priva di desideri…

Come per altre situazioni di disagio è importante trovare un equilibrio tra l’affrontare da sole la situazione e accettare un aiuto esterno.

Quando si è depresse ogni tipo di intervento viene percepito come inutile, ma in realtà ogni tipo di intervento è già molto importante.

Occuparsi di noi stesse è una responsabilità da adulte che ri –assumiamo anche nel momento in cui diamo alla luce un figlio: tale consapevolezza non deve però essere vissuta con sentimenti di colpa, (classici vissuti legati alla depressione), ma deve essere invece uno sprone al prenderci cura di noi.

Prendersi cura di noi è appunto un atteggiamento da adulti responsabili, non da egoisti, che apporta benessere alla nostra famiglia oltre che a noi!

Occuparsi di noi stesse è quindi un atteggiamento da assumere: probabilmente dovremo costringerci ad agire, facendo in modo che se siamo troppo depresse per occuparci di noi, dovremo ad un certo punto agire decidendo di farlo. Significa che dovremo imporci di dormire anziché lavare i piatti, o telefonare ad una amica quando siamo molto giù… Questo è l’atteggiamento dell’agire: provare ad aiutare noi stesse per uscire dalla depressione che ci fa odiare noi stesse.

Le 11 Azioni:

1 – Faccio l’elenco delle priorità

Quando arriva un figlio e si è depresse tutto sembra un’incombenza necessaria: occuparsi del neonato, le faccende di casa, cucinare, i soldi, la coppia… e non riusciamo a considerarle separatamente, producendo angoscia, frustrazione e fatica. Ridefiniamo la lista delle priorità con noi e il bambino al primo posto, poi mettiamo gli altri figli, il marito e in ultimo la casa. Il neonato richiede il massimo delle attenzioni ma ci sono momenti in cui ci si può dedicare ad esempio agli altri figli. Per le pulizie di casa dobbiamo abbassare le nostre aspettative accettando il livello di pulizia che riusciamo a raggiungere o accettando aiuti esterni.

2 – Sono stanca e mi riposo

Quando si soffre di depressione post parto sentirsi esauste è un classico sintomo, pertanto mettete da parte il resto e dormite, quando il bambino dorme o se il partner, una amica o un parente vi tengono il bambino mentre voi riposate.

3 – Riduco le aspettative verso me stessa

A volte il massimo della stanchezza si raggiunge mesi dopo il parto quando si pensa di aver superato il peggio, pensando di riuscire a fare tutte le cose come prima della gravidanza, caricandosi di incombenze e impegni. Proprio per questo sovraccarico molte mamme sviluppano una depressione post parto dopo alcuni mesi dalla nascita del bambino. E’ importante quindi aumentare gradualmente i propri impegni e attività e solo se ci si sente capaci e forti nel sostenere il ritmo acquisito.

4 – Rallento, faccio le cose con calma, accettando i piccoli obiettivi: ovvero mi impegno in compiti che riempiano il mio tempo, che mi impediscano di farmi sentire il senso del vuoto e senza fretta. Un bambino piccolo interrompe continuamente le attività della neomamma che vanno prese accontentandosi del piccolo risultato (è già tanto aver svuotato la lavastoviglie), diversamente dalla fretta e schema del finire (es. pulire tutta la casa in 2 ore) che avevate prima di diventare mamma. I piccoli obiettivi vanno accettati come grandi conquiste, senza sentirci in colpa, come concederci di non fare nulla anche per pochi minuti.

5 – Faccio quello che mi fa stare bene e non quello che devo: evito le persone o cose che mi

producono emozioni negative

Quando si soffre di depressione post parto obbligarci a fare cose che non ci piacciono peggiora la situazione. Possiamo quindi concederci di evitare persone o situazioni che non ci fanno sentire in armonia con noi stesse.

6 – Mi alleno a fare la mamma

La depressione può far vivere la maternità con ambivalenza: prima di aver un figlio non ci aspettavano che le cose sarebbero andate in questo modo e ora proviamo emozioni contrastanti.

Possiamo aiutarci a riflettere su quali sono i sentimenti e i pensieri in merito alla nostra maternità prendendoci qualche minuto per scrivere: durante la gravidanza io e il mio compagno eravamo felici per l’arrivo di questo bambino? Sono accaduti eventi stressanti in questi ultimi anni (lutti, in ambito lavorativo…) ? Che rapporti avevamo con i nostri genitori? Quali aree di vita sono cambiate e come dall’arrivo del bambino? Esprimere sinceramente i nostri sentimenti, ci aiuterà a identificare gli ambiti in cui siamo a disagio e poter così reagire. Capire come far convivere la maternità con gli altri contesti della nostra vita ci permetterà di reagire anziché annegare nella rabbia.

7- Mi prendo un po’ di tempo per me

Questo comporta ovviamente accettare la collaborazione di chi è intorno a noi, cosa difficile quando soffriamo di depressione e crediamo di non sapere come ripagare l’aiuto.

Dobbiamo pensare che per chi abbiamo intorno sarà un’opportunità stare col bambino, quindi dobbiamo cambiare la nostra idea dell’aiuto come coinvolgimento e partecipazione dell’altro (partner, parenti).

Devo ricordarmi che il tempo che dedico a me è una pausa, che mi consente di ritornare dal mio bambino un po’ più serena, faccio quindi del bene a lui attraverso il bene che faccio a me.

8Mangio con equilibrio

La depressione può ridurre l’appetito. Magiare in modo regolare con spuntini leggeri e prendersi il tempo per farlo è importante. Fate caso all’effetto che certi alimenti hanno sul vostro umore.

Se invece la depressione vi ha aumentato l’appetito, potete rivolgervi al vostro medico o ad uno specialista in nutrizione.

9 – Faccio dell’attività fisica

La depressione toglie la voglia di fare, ma l’esercizio fisico è di grande aiuto per l’umore. Di solito lo sforzo maggiore è quello dell’iniziare. Possiamo imporci di fare passeggiate col bambino, le scale di corsa o pochi esercizi mentre lui dorme.

10 – Parlo con qualcuno

Trovare qualcuno di cui ci si fida per parlare può portarci a ricercare in modo dipendente questa persona. Se parlare con essa ci fa stare meglio è necessario farlo, mettendo da parte i sensi di colpa e accettando che quando miglioreremo potremo ricambiarla o sostenere a nostra volta qualcun altro.

11 – Sto meglio

Guarire dalla depressione richiede tempo e accettazione della discontinuità del nostro umore anche nella stessa giornata: variando dalla gioia alla tristezza in poche ore. E’ necessario quindi non pretendere troppo da noi stesse ma accettare ogni piccolo passo in positivo.

Per stare meglio si può decidere di farsi sostenere da un famigliare, amico o al contrario fare affidamento su un aiuto esterno come uno psicoterapeuta.

Qualsiasi azione scegliamo di attuare è importante che il problemi alla base del nostro malessere siano affrontati, non solo in modo superficiale, per poter così vivere con serenità e gioia anche la nostra maternità!

Non sottovalutiamo, non nascondiamo, non vergogniamoci della nostra vulnerabilità, che è un modo con cui il nostro corpo ci chiede aiuto e manifesta il bisogno e desiderio di stare bene!

E i neopapà? Anche loro soffrono di depressione post parto, ma di questo si parla nell’articolo, a loro dedicato, intanto prendiamoci cura di chi amiamo imparando prima a prenderci cura di noi stesse, ascoltandoci!

Giovanna Loconte

Psicologa- Psicoterapeuta

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